giovedì 31 gennaio 2013

CiaK! sigira...: Les Miserables


Les Misérables - visualizza locandina ingrandita
Les Misérables è l'adattamento cinematografico di uno dei musical di maggior successo di tutto i tempi e tratto dal celebre romanzo di Victor Hugo. Siamo nella Francia della prima metà dell'Ottocento. Protagonista della storia è Jean Valjean, appena uscito di prigione in cerca di redenzione. Sotto falso nome, diventa un fortunato imprenditore e sindaco di una città della provincia francese. Perseguitato dall'ispettore Javert, è costretto a fuggire nuovamente, portando con sé la piccola orfana Cosette, che alleva come una figlia.



Data di uscita al cinema: 31 gennaio 2013 ... oggi ^_^

Regia: Tom Hooper
Sceneggiatura:William Nicholson
Attori: Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, 
Eddie Redmayne, Samantha Barks,Sacha Baron Cohen, Helena Bonham Carter, Aaron Tveit
Durata: 158 minuti
Les Misérables è l’adattamento cinematografico del sensazionale successo teatrale globale visto da più di 60 milioni di persone in 42 nazioni e in 21 lingue che, al suo 28° anno, ancora batte tutti i record di incassi in giro per il mondo
Diretto dal regista premio Oscar® de Il Discorso del Re, Tom Hooper, questa produzione Working Title Films/Cameron Mackintosh è interpretata da Hugh Jackman, il premio Oscar® Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Eddie Redmayne, Aaron Tveit, Samantha Barks, e da Helena Bonham Carter e Sacha Baron Cohen. 

Ambientato sullo sfondo della Francia del 19° secolo, Les Misérables racconta una storia affascinante di sogni spezzati e di amore non corrisposto, di passione, sacrificio e redenzione – una testimonianza senza tempo della resistenza dello spirito umano. Jackman interpreta l’ex-prigioniero Jean Valjean che, dopo esser venuto meno agli accordi, viene inseguito per decenni dallo spietato Ispettore Javert (Crowe). Quando Valjean promette di prendersi cura della giovane figlia dell’operaia Fantine (Hathaway), Cosette, le loro vite cambiano per sempre. Nel gennaio 2013, il musical più longevo al mondo vivrà sul grande schermo grazie all'interpretazione travolgente e spettacolare di Tom Hooper del racconto epico di Victor Hugo. Con superstar internazionali e celebri canzoni, tra cui "I Dreamed a Dream", “Bring Him Home,” “One Day More” e “On My Own”— Les Misérables, lo spettacolo degli spettacoli, rinasce oggi come l'esperienza cinematografica musicale di una vita.


Oggi sono andata a vedere Les Miserables e non ho parole... cioè ne ho solo due meraviglioso e bellissimo.
Fin da subito vi avverto che per me questo film merita 5 stelle piene, e quindi oggi vi propongo una recensione un po' diversa, vi dirò i 10 motivi per cui questo film si meriti 5 stelle.
1°motivo- E' tratto dall'omonimo classico di Victor Hugo
2° motivo: il cast è spettacolare, gli attori sono fantastici e molto dotati per il canto( non avrei mai creduto che Hugh Jackman ( Jean Valjean ) e Russell Crowe ( captain Javert ) avessero una voce tanto splendida e tanto intonata)
3°motivo: gli attori non hanno registrato le canzoni in uno studio per poi di cantare in playback durante le registrazioni, ma hanno cantato e registrato le scene insieme, fatto che dà maggior realisticità al film e che fà emozionare ancora di più
4°motivo: il finale è splendido, hanno creato un finale meraviglioso e lieto anche se il film finisce con un lutto... straordinario
5°motivo: mi ha fatto commuovere e andare in un brodo di giuggiole (l'amica con cui ero andata a vederlo mi ha addirittura detto che avevo rotto le palle con il mio continuo tirare su col naso, anche se a mia discolpa posso dire che ho pianto solo alla fine e con molta riservatezza)
6°motivo: mi ha fatto venire i brividi, non sto scherzando ad un certo punto quando Samanta Barks ( Eponine ) cantava sotto la pioggia, mi è sembrato proprio di sentire la pioggia che cadeva anche su di me (vi prego non prendetemi in giro, ci ha già pensato a farlo quella mia amica, che in tutto il film non ha versato una lacrima ed è rimasta impassibile... ma colmo dei colmi si commuove con Red e Toby, avete presente quel cartone animato con un cane e una volpe... Sì proprio quello, per quello va in un brodo di giuggiole e poi prende in giro me .... -.- )
7°motivo:è molto realistico e preciso, forse a volte un pò cruento nelle scene in cui vi sono gli scontri della Rivoluzione Francese...ma che volete?!? è una rivoluzione non un the con le bambole!
8°motivo: la storia se pur complessa, è un intreccio di fatti e vite di diverse persone che solitamente non avrebbero niente in comune tra loro, è molto facile da seguire, non è pesante e non è noiosa 
9°motivo: anche se il film dura 158 minuti, quindi quasi 2 ore e mezza, sembra che sia lungo solo 90 minuti, mentre lo guardi il tempo vola, i fatti si susseguono velocemente e ti affascinano tanto da renderti succube della storia, quasi non ti accorgi che il film sta volgendo alla fine, personalmente sono rimasta quasi scioccata quando le luci al cinema si sono riaccese e la gente ha iniziato ad applaudire, sintomo del fatto che questo film è proprio un capolavoro, mi aspettavo che le luci si spegnessero di nuovo per dare inizio a una seconda parte... non sto scherzando
10°motivo: siete degli schizzati se non andate a vederlo immediatamente... vi assicuro che non ve ne pentirete!

Dopo aver speso così tante belle parole per un film, vi posso rivelare l'unica pecca che ho individuato, senza rovinarlo; l'unica cosa che mi è un pò dispiaciuta è che si vedeva che il ''salto'' di Javert era  finto, al mio occhio  è sembrato subito un manichino... ma questo è un dettaglio trascurabile per un film tanto 
meraviglioso, candidato a 8 premi oscar.
Assolutamente da vedere
*****/5 stelle                             
by una Cipollina in un brodo di giuggiole 
                                                                                   Dati presi da comingsoon.it e dal sito ufficiale del film

Anteprima:Tra le braccia della notte di Nalini Singh

Tra le braccia della notte (Narrativa Nord) Per Elena Deveraux, tornare a New York non significa solo riprendere il lavoro di Cacciatrice, ma anche fare i conti coi Sette, i fedelissimi consiglieri di Raphael, un gruppo addestrato per proteggere l’arcangelo da ogni possibile minaccia… compresa Elena: secondo loro, infatti, l’amore che Raphael prova per lei lo ha reso più umano e, di conseguenza, più debole.

Una debolezza che potrebbe costargli cara, soprattutto ora che la città è sconvolta da una serie di catastrofi naturali e un gruppo di vampiri rinnegati sta approfittando della confusione per seminare ulteriore panico tra la popolazione inerme. Per questo, i Sette vorrebbero allontanare Elena, senza sapere che, in realtà, lei è l’unica che può salvare Raphael dalla terribile minaccia che grava di lui.

Perché i terremoti e le mareggiate che si sono verificati a New York sono i segni che preannunciano il risveglio di Caliane, il più potente e pericoloso degli arcangeli dormienti, nonché madre di Raphael… 


mercoledì 30 gennaio 2013

Recensione: Ti ricordi di me? di Sophie Kinsella

Quando Lexi si sveglia in un letto di ospedale, non ricorda proprio cosa le sia successo. È convinta di avere 25 anni, di essere povera in canna, con una vita sentimentale disastrosa, i denti storti e le unghie mangiate... E invece eccola fresca di parrucchiere, con una bocca perfetta, mani curatissime, un lavoro da super manager e... un sacco di soldi! Sì, perchè oltretutto è sposata a un bellissimo miliardario. Ma come è possibile? Il fatto è che lei in realtà ora ha 28 anni, ma non ricorda nulla del suo passato recente, marito compreso, e non riesce proprio a riconoscersi. Ma almeno ha la vita perfetta, e questo sembra un buon inizio... o no?

Data di pubblicazione:23 giugno 2009
Numero di pagine: 358
Prezzo: 9,90 euro
Prezzo formato eBook: 6,99 euro

Con questo libro Sophie Kinsella si merita proprio il titolo di scrittrice più creativa del secolo.
Non riuscirò mai a capire come fa a creare storie così fantasiose e divertenti, ma soprattutto così originali, veramente mi chiedo se non ci dorma la notte per immaginarle o sé se le sogni durante il sonno.
Con questo libro Sophie Kinsella mi ha stupito e mi ha fatto spanciare dalle risate, di nuovo.
Lexi nel 2004 ha una vita da schifo: le è appena morto il padre, il rubinetto del suo microscopico appartamento perde, ha un lavoro schifoso,non ha ricevuto alcun bonus perché le mancava una sola settimana per compiere un anno nel suo posto di lavoro e come se non bastasse dopo una serata in un locale le tocca aspettare un taxi sotto il diluvio universale con le scarpe che le fanno male e il corpo che ribolle per la rabbia visto che il suo fidanzato le ha dato buca senza avvertirla...
Lexi nel 2004 ha proprio una vita da schifo, ma tutto cambia, cercando di rincorrere l'ennesimo taxi, scivola e sbatte la testa su dei gradini, per poi risvegliarsi in ospedale ... nel 2007... con una carriera avviata, con un miliardario per marito e con un attico enorme come casa; potrebbe sembrare che la nuova vita di Lexi sia tutta rose e fiori, peccato che Lexi non si ricordi niente degli ultimi 3 anni, non sa niente di suo marito, di come si sono incontrati, del perchè si sia innamorata di lui; non sà come sia riuscita a fare carriera e di come da ragazza alla mano sia diventata una capa stronza e arrogante (parole del libro =D ), insomma ha cancellato tutto. 

I personaggi sono originalissimi, 100% made by Kinsella, la protagonista, Lexi, ne combina una dietro l'altra, es. appena arrivata nella sua nuova casa ''in loft'' rompe per sbaglio un leopardo di vetro da £3000 e subito dopo, cercando di nascondere i pezzi del leopardo, strappa il divano da £10.000; è assurdo ciò che combina, neanche io che sbatto su ogni angolo e soprammobile possibile ed immaginabile ne combino quante lei.
Un altro personaggio principale del romanzo è Eric, il nuovo e sconosciuto marito miliardario di Lexi; a primo impatto mi sembrava l'uomo perfetto: bello , ricco, in carriera, paziente.... ma dopo poco ho capito che era troppo perfetto e troppo fissato con in carboidrati (leggete e capirete)e con l'ordine,  ho a mala pena sopportato la sua presenza nel libro, meno lo vedevo meglio stavo(non confondete le mie parole, non è una critica verso Kinsella ma un complimento, l'idea della scrittrice era proprio quella di farti amare e poi odiare Eric).
Poi viene Jon, l'ho adorato dal primo momento(già non sopportavo più Eric), è simpatico, bello, gentile e romantico... ok, ammetto di aver avuto sin da subito la bavetta alla bocca per Jon, anche se dal loro primo incontro esce ben poco della sua personalità.... non vi dico altro anche se già avete capito qualcosa... no more comment =X.
La scrittura è scorrevole e divertente, la trama unica e la scrittrice è un mito... cosa volete di più da un libro?
*****/5    se le merita tutte
by Cipollina

CiaK! si gira... : Anteprima- Warm Bodies


Giovedì prossimo 7 febbraio 2013 uscirà in italia il film Warm Bodies, tratto dall omonimo libro di Isaac Marion .                                                         Una mia amica che ha già letto il libro ( a breve lo leggerò pure io) mi ha detto che è una storia molto scorrevole, dolce e simpatica, forse si può pensare che sia un pò banale  ( almeno leggendo la trama questo è quello che io ho pensato a prima vista) ma mi ha assicurato che il libro è bello ed è molto piacevole da leggere, inoltre appena ho visto il trailer, ho rivalutato sia il film sia il libro che per questo, come ho già detto, è entrato nella mia lista di libri da leggere a breve.

La trama:

R è un ragazzo in piena crisi esistenziale: è uno zombie. Non ha ricordi né identità, non gli batte più il cuore e non sente il sapore dei cibi, ma nutre molti sogni. La sua capacità di comunicare col mondo è ridotta a poche, stentate sillabe, ma dentro di lui sopravvive un intero universo di emozioni. Un giorno, mentre ne divora il cervello, R assaggia i ricordi di un ragazzo. Di lì a poco, per lui cambierà ogni cosa; intreccia una relazione con la ragazza della sua vittima, Julie, e sarà per lui un'esplosione di colori nel paesaggio grigio e monotono che lo circonda. Perché l'amore per lei lo trasformerà in un uomo (e in un morto) diverso, più combattivo e consapevole. Di qui avranno inizio una guerra feroce contro i suoi compagni d'un tempo e una rinascita dalle conseguenze inimmaginabili.
Uscita al cinema: 07/02/13
Genere: Horror (poco,poco) sentimentale
Regia: Jonathan Levine
Sceneggiatura: Jonathan Levine
Attori: Nicholas HoultTeresa PalmerJohn MalkovichDave FrancoAnaleigh TiptonRob CorddryCory Hardrict
Buona visione .... e attenti che gli zombie non vi mangino il cervello                                                        by Cipollina 



domenica 27 gennaio 2013

Ti racconto una fiaba: giornata della memoria


giorno della memoria
Oggi 27 gennaio 2013 è l'anniversario della liberazione degli ebrei dai campi di concentramento, è il giorno della memoria.
Anche se orribili i fatti accaduti ormai parecchi anni fa, devono sempre essere ricordati perchè si può costruire un futuro migliore solo conoscendo bene gli errori del passato, è per questo che oggi invece della solita favola, pubblico 3 documenti  sui campi di concentramento, 3 documenti visti da tre punti di vista differenti: il primo di Primo Levi, sui suoi primi giorni nel campo di concentramento, il secondo di un ebreo che stava riuscendo a sfuggire alla prigionia e il terzo di un ariano, Erik Dorf , che non è più di tanto d' accodo su quello che stanno facendo i suoi generali.
Il passato anche se doloroso, anche se si preferirebbe nasconderlo, anche se si vorrebbe far finta che non esista che non si abbiano scheletri nell'armadio, va ricordato.

Primo Levi 
Se questo è un uomo
Giacere sul fondo
Il viaggio non durò che una ventina di minuti,
Poi l'autocarro si è fermato, e si è vista una grande porta, e sopra una scritta vivamente illuminata
(il suo ricordo ancora mi percuote nei sogni): ARBEIT MACHT FREI, il lavoro rende liberi.
Siamo scesi, ci hanno fatti entrare in una camera vasta e nuda, debolmente riscaldata.
Che sete abbiamo! Il debole fruscio dell'acqua nei radiatori ci rende feroci: sono quattro giorni che non beviamo. Eppure c'è un rubinetto: sopra,un cartello che dice che è proibito bere perchè l'acqua è inquina!a. Sciocchezze, a me pare ovvio che il cartello è una beffa, e sanno che noimoriamo di sete, e ci mettono in una camera, e c e un rubinetto Wassertrinken verboten. lo bevo, e incito i compagni a farlo; devo sputare, l'acqua è tiepida e dolciastra, ha odore di palude.
Questo è l'inferno. Oggi, ai nostri giorni, l'inferno deve essere così una camera grande e vuota, e noi stanchi di stare in piedi, e c'è un rubinetto che gocciola e l'acqua non si può bere, e noi aspettiamo
qualcosa di certamente terribile e non succede niente e continua a non succedere niente.
Come pensare? Non si può più pensare, è come essere già morti.
Qualcuno si siede per terra. Il tempo passa goccia a goccia.
Alla campana, si è sentito il campo buio ridestarsi. Improvvisamente l'acqua è scaturita bollente dalle docce, cinque minuti di beatitudine; ma subito dopo irrompono quattro (forse sono i barbieri) che, bagnati e fumanti, ci cacciano con urla e spintoni nella camera attigua, che è gelida; qui altra gente urlante ci butta addosso non so che stracci e ci schiaccia in mano un paio di scarpacce a suola di legno, non abbiamo tempo di comprendere e già ci troviamo all'aperto, sulla neve azzurra e gelida dell'alba, e, scalzi e nudi, con tutto il corredo in mano, dobbiamo correre fino ad un' altra baracca, a un centinaio di metri. Qui ci è concesso di vestirci.
Quando abbiamo finito, ciascuno è rimasto nel suo angolo, e non abbiamo osato levare gli occhi l'uno sull'altro. Non c'è ove specchiarsi, ma il nostro aspetto ci sta dinanzi, riflesso in cento visi lividi), in cento pupazzi miserabili e sordidi.
Eccoci trasformati nei fantasmi intravisti ieri sera.
Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo.
Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile.
Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero.
Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.
Noi sappiamo che in questo difficilmente saremo compresi, ed è bene così sia. Ma consideri ognuno, quanto valore, quanto significato è racchiuso anche nelle più piccole nostre abitudini quotidiane, nei cento oggetti nostri che il più umile mendicante possiede: un fazzoletto, una vecchia lettera, la fotografia di una persona cara. Queste cose sono parte di noi, quasi come membra del nostro corpo; né è pensabile di venirne privati, nel nostro mondo, ché subito ne ritroveremmo altri a sostituire vecchi, altri oggetti che sono nostri in quanto custodi e suscitatori di
memorie nostre.
Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengono tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente a chi ha perso tutto, di perdere se stesso; tale quindi, che si potrà a cuor leggero decidere della sua vita o morte al di fuori di ogni senso:di affinità umana; nel caso più fortunato, in base ad un puro giudizio di utilità. Si comprenderà allora il duplice significato del termine "Campo di annientamento", e sarà chiaro che cosa intendiamo esprimere con questa frase: giacere sul fondo.
Eccomi dunque sul fondo. A dare un colpo di spugna al passato e al futuro si impara assai presto, se il bisogno preme. Dopo quindici giorni dall'ingresso, già ho la fame regolamentare, la fame cronica sconosciuta agli uomini liberi, che fa sognare di notte e siede in tutte le membra dei nostri corpi; già ho imparato a non lasciarmi derubare, e se anzi trovo in giro un cucchiaio, uno spago, un bottone di cui mi possa appropriare senza pericolo di punizione, li intasco e li considero miei di pieno diritto.
Già mi sono apparse, sul dorso dei piedi, le piaghe torpide che non guariranno. Spingo vagoni, lavoro di pala, mi fiacco, alla pioggia, tremo al vento; già il mio stesso corpo non è più mio ho il ventre gonfio e le membra stecchite, il viso tumido al mattino e incavato a sera; qualcuno fra noi ha la pelle gialla, qualche altro grigia; quando non ci vediamo per tre o quattro giorni, stentiamo a riconoscerci l'un l'altro.
Avevamo deciso di trovarci, noi italiani, ogni domenica sera in un angolo del Lager; ma abbiamo subito smesso, perché era troppo triste contarci, e trovarci ogni volta più pochi, e più deformi, e più squallidi.
Ed era così faticoso fare quei pochi passi; e poi, a ritrovarsi, accadeva di ricordare e di pensare, ed era meglio non farlo.

27 gennaio Giorno della Memoria
da L'Olocausto
Gli ebrei venivano fucilati a centinaia
Le guardie non ci inseguirono nel bosco. Ci nascondemmo nella foresta per alcune ore, poi attraversammo a guado un torrente poco profondo, stando. sempre in ascolto per sentire se udivamo il rumore di camion, carri o piedi in marcia. Alla fine di quella giornata calda e bruciante, era il 29 settembre 1941, scalammo una montagna e ci trovammo a dominare un vasto burrone, il Babi Yar, di cui aveva parlato l'uomo sul camion.
Gli ebrei venivano fucilati a centinaia.
Ero contento che fossimo abbastanza lontani da non riuscire a vedere le loro facce o a udire le loro voci. 
I colpi di pistola e di fucile (più tardi vennero impiegati delle mitragliatrici) sembravano colpi di fucili giocattolo. Le vittime cadevano senza rumore, quasi al rallentatore, nella terra sabbiosà.
« Rudi, Rudi, così tanti », piangeva Helena. « I bambini, i piccoli... » .
La tenni stretta, chiedendomi dove saremmo andati come avremmo potuto evItare le pattuglie delle SS.
Le città significavano la rovina, la morte. La nostra unica speranza consisteva nel. vagabondare per la campagna
Certamente alcunI ebrei erano scampati al massacro
Qualcuno delle popolazione locale avrebbe avuto compassione di noi.
 «Voglio morire con loro », ripeteva.
« No, no, maledizione », dissi io. « Tu starai con me:
Noi non moriremo in piedi, nudi, disonorati. Uccideremo qualcuno di loro, quando moriremo. » -
Cominciò a strillare. « Basta! Basta! »
La tirai verso di me e le misi una mano sulla bocca.
Avrebbe dovuto imparare a non strillare, a non urlare, a non correre il rischio di farci scoprire. Avrebbe anche dovuto imparare a odiare, a desiderare la vendetta, a rendersi conto che per noi non vi era altra via d'uscita che correre, nasconderci e cercare di batterci.
Le avrei 
dovuto dire anche cose peggiori. Che avremmo dovuto essere pronti a morire, ma a morire in modo coraggioso e opponendo resistenza. Ero nauseato di gente che si allineava tranquillamente, si chiedeva scusa a vicenda, obbediva agli ordini e andava a morire.
Le esecuzioni continuarono per tutto il giorno. File di ebrei continuarono a essere condotte nella zona dietro il burrone.
La terra si fece scura per il sangue ebreo. I 
nazisti avevano compreso qualcosa che il mondo impiegò molto tempo ad apprendere.
Quanto maggiore è il cri
mine, tanto meno la gente crederà che sia stato perpetrato. Ma io lo vidi commettere. Non sarei mai stato più
lo stesso; e neppure Helena
.
da l'Olocausto
Il diario di Erik Dorf
La notte dei cristalli

Sono trascorsi due giorni da quella che la stampa ora chiama Kristallnacht, la notte dei cristalli, dei vetri infranti.
Mi sono incaricato io, ora che sono capitano e Hey
drich mi stima. di più, di raccogliere dei dati sugli avvenimenti di quella storica notte.
Il capo era rilassato, sorseggiava del cognac, stava ascoltando il Siegfried.
« Wagner è un mago », ha detto. «Un mago. Ecco, Dorf, cosa può produrre un puro animo ariano. »
Sono rimasto ad ascoltare per un momento, perché detestavo interrompere le sue fantasticherie.
« Che accordi », « ha detto,  che accordi sublimi. »
« I rapporti sull'azione, sigrore. Sulla Kristallnacht. >:.
La musica ossessionante di Wagner, credo che si trattasse del Viaggio sul Reno, sembrava un accompagnamento al mio rapporto piuttosto grave. C'erano stati trentasei morti. Quasi tutti gli ebrei che avevano opposto resistenza. La stampa estera non poteva far scalpore per questo. Sessanta sinagoghe erano state date alle fiamme e più di ottocento negozi e aziende ebraici erano stati distrutti.
Dove i nostri sembravano aver pas
sato il limite era negli arresti. Più di trentamila ebrei erano stati imprigionati.
Heydrich ha alzato gli occhi. « Trentamila? Dio mio, che stupidi. Riempiranno Buchenwald in una notte. »
Ha 
spento il grammofono. « Non importa. Alla fine lo riempiremo. E avremo bisogno di molti altri Buchenwald. I nostri nemici, tutti quanti, ebrei, comunisti, socialisti, massoni, slàvi, dovranno essere tutti rinchiusi, se resistono. »
« Può darsi che ci siano proteste, generale. Boicottaggi. Azioni di rappresaglia. »
Heydrich è scoppiato in una risata. Che uomo controllato! Corre voce che, una notte, in un momento d'ira, in preda all'alcool, abbia fatto fuoco con la sua Luger alla propria immagine in uno specchio (ma mi rifiuto di credere a questa storia).
« Rappresaglie? » ha chiesto. «Perché qualche ebreo è stato bastonato? Dorf, la stagione della caccia all'ebreo è sempre aperta. »
« Suppongo di si. Quasi come se avessimo un precedente morale per punirli. Dopo duemila anni... »
« Precedente morale! » Heydrich ha riso di nuovo. « E' meraviglioso. »
« Mi scusi se ho detto qualcosa di stupido. »
« Ma no, capitano. Naturale che c'è un precedente morale. E uno religioso. E uno razziale. E, soprattutto, i valori pratici. In quale altra maniera unire il nostro popolo? »
Ha messo un altro disco. lo ho lasciato i miei rapporti sulla Kristallnacht sul suo tavolo di lavoro e stavo per andarmene.
« Ancora neutrale riguardo agli ebrei, Dorf? »
« No. Capisco benissimo la loro importanza per noi », ho detto.
« E' la minaccia che rappresentano. Lei conosce il credo del Fiihrer. Gli ebrei sono esseri subumani, creati da
qualche altro dio. La sua intenzione, è tutta spiegata in dettaglio, è mettere ariano contro ebreo finché l'ebreo non sia distrutto. »
L 'ho ascoltato assentendo.
« E se un giorno, questo il Fuhrer me l'ha detto personalmente, milioni di tedeschi dovranno morire in un'altra guerra per compiere il nostro destino, egli non esiterà ad annientare milioni di ebrei e di altri parassiti. »
Ho provato una strana sensazione ad ascoltare la sua voce calma, mentre udivo la musica celestiale di Wagner levarsi in alto nella stanza.
Lui ha fatto sembrare la 
cosa logica, inevitabile, il compimento di qualche ineluttabile processo storico.
Berlino Novembre 1938
















Per non dimenticare 

by Cipollina

Questi documenti proviengono da: http://www.poesie.reportonline.it
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...